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Racconti dal Passato

Memoria ed eredità

Che cosa rimane delle miniere oggi?

“Forse un nuovo modo di vivere nell’ambiente, di pensarci dentro la terra. La consapevolezza che il lavoro non può più essere predatorio. Un prendere, prendere, prendere dalla terra come se fosse infinita, come se le sue risorse fossero inesauribili, solo per noi e non dovessimo darci governo, regola.

La storia delle miniere per noi è ancora una memoria bambina, appena nata, qualcosa da far crescere, da capire. Qualcosa con cui ancora dobbiamo misurarci.

Rimangono le storie di vita, che non possiamo perdere, dimenticare… Storie di fatica ma anche di dignità, riconoscimento… Siamo divisi tra una memoria da difendere e il prezzo che è costato quel vivere. Perché è una storia che ci è stata in casa. È storia nostra. Parte di quello che siamo, saremo.”

 

Marina Muscas

Figlia di minatori. Iglesias, 2006

 

Ho amato la miniera

Dietro alla bellezza di questi paesi di questi monti, di queste alture c’è stata un grande attività mineraria, conosciuta in tutto il mondo. Io mi ricordo che ero un ragazzino di 13 anni quando sono entrato in miniera, quando ho cominciato a camminare in galleria e ho chiesto a quanti metri eravamo sotto, mi dicevano 300 metri. 300 metri sotto, dall’esterno, dal livello sole. Ebbi una paura! Allora un vecchio minatore mi disse: non devi aver paura, questa come che sei in casa tua, è come le strade della tua città. Non devi aver paura per niente. E così ho incominciato ad amare la miniera. Per me è stato così. Io dico la mia, ho amato la miniera. Le miniere, che tanto hanno dato ai padroni e ai minatori che vi hanno lavorato, dovrebbero dare altre cose: turismo, turismo e i giovani devono rimanere qua a lavorare. Venite! Vi accoglieremo a braccia aperte.

 

Lucio

87 anni, ex minatore, Iglesias 2011

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