Il filone Montevecchio
“Per il suo sviluppo, la sua regolarità, la sua potenza, la grandiosità dei suoi affioramenti, la grandezza delle masse metallifere che vi si trovano, il filone Montevecchio è certamente uno dei più grandiosi e dei più interessanti che si conoscano. Il filone si presenta con affioramenti ossia testate assai distinte, e talora a guisa di un vero muraglione, sporgente dal terreno scistoso sovra una linea che, partendo da Piccalinna e Genna Sciria si protende prima nel senso di ovest a est, attraverso le tre concessioni (di Montevecchio) di due chilometri caduna di lato, distinte coi nomi di Montevecchio, Sa Tela e Casargiu, indi prosegue piegandosi in curvilinea verso sud-ovest attraverso la concessione di Ingurtosu, ed infine ricompare, benché a tratti, nella successiva di Gennamari. In tutta questa curvilinea, che misura circa 8 km, il filone è contenuto nella formazione scistosa siluria che ivi ricopre direttamente il granito, il quale poi si vede a scoperto ed a poca distanza sul prossimo altipiano di Arbus. Il filone segue così assai fedelmente la linea di contatto delle due rocce, scistosa e granitica, mantenendo una piccola pendenza al nord-nord-ovest. E conviene qui notare come questo grande filone sia in diversi punti incrociato con altri filoni normali alla sua direzione che sembrano partire dal detto altipiano granitico e che infatti attraversano le due formazioni. Seguitando ora gli affioramenti del grande filone Montevecchio, si riconosce come nel corso delle tre sopra nominate concessioni, esso appare per lo più come una grande massa quarzifera della totale potenza di 80 a 100 metri la quale si può quasi sempre distinguere in tre rami paralleli che seguitano lo stesso andamento: questi tre rami vengono distinti nella miniera colle denominazioni di filone principale, filone secondario e filoncello. Riesce più difficile il seguitare l’andamento di questi rami al di là della concessione di Ingurtosu, dove il filone pare interrotto da un incrociatore, quello di Pitzinurri, cui succede uno sporgimento verso nord-ovest della massa granitica dell’altipiano già detto. L’incrociatore rigettò il filone al nord, lo ruppe in vari punti, e ne rese l’andamento assai irregolare. La direzione di questi affioramenti, che sono potentissimi nelle concessioni di Montevecchio, è circa est-ovest alla estremità orientale del filone, ma, avanzando verso ponente, gradatamente si volge verso il sud prima a Casargiu, poscia anche più a Ingurtosu e finalmente a Gennamari ove giunge ad essere da nord-nord-est a sudsud- ovest. Nelle mentovate concessioni il filone pende verso tramontana con un angolo da 70 a 80 gradi. Nella concessione Montevecchio si scorgono ancora gli affioramenti di alcuni minori filoni trasversali, che dipartendosi dal grande filone si rivolgono verso sud attraversando gli scisti e continuando nei graniti dell’altipiano di Arbus. Non si conosce se essi siano intersecati od intersecanti rispetto a quello, né se in genere la ricchezza del filone principale subisca la influenza dell’incontro, sebbene la notevole ricchezza della regione detta Colombi, dove uno di tali filoni trasversali, il detto filone d’Arbus, viene ad incontrare il grande filone, possa far propendere per l’affermativa. Altri al contrario sembrano appartenere soprattutto ai graniti, ma quelli che sono stati studiati incrociano tutti il Montevecchio e hanno direzioni abbastanza variabili. Hanno avuto luogo là una serie di sollevamenti secondari di cui non si conoscono bene le epoche, non essendo i lavori ancora abbastanza sviluppati, ed è solo da un anno che io conosco il corso certo di due o tre incrociatori …”
da Relazione sulle condizioni dell’industria mineraria dell’isola di Sardegna
Quintino Sella, 1871