Il territorio di Iglesias è stato abitato sin dal neolitico antico. L’abbondanza delle risorse minerarie (argento, piombo e zinco) attrasse le grandi potenze del Mediterraneo, i fenici, i punici e i romani, che diedero il via a un intenso sfruttamento delle miniere metallifere dell’Iglesiente. Nel Medioevo la città fiorì con il nome di Villa Ecclesiae sotto il domi- nio di Pisa, quando in seguito alla disgregazione del Giudicato di Cagliari (1258) fu assegnata al conte Ugolino della Gherardesca della famiglia dei Donoratico (il personaggio descritto da Dante Alighieri nel XXXIII canto dell’Inferno). Fu dotata di mura e torri difensive, fu edificato il castello-fortezza di San Guantino sul colle Salvaterra, furono costruite numerose e pregevoli chiese, fu fondata una zecca dove si coniavano gli “aquilini” d’argento. La vita dei cittadini fu regolata da un importante statuto chiamato Breve di Villa di Chiesa nel quale erano contenute anche le norme per la gestione dell’attività estrattiva. Lo stesso conte Ugolino fece costruire, fra il 1284 e il 1288, la chiesa di Santa Chiara , unica cattedrale della cristianità dedicata alla Santa di Assisi. Poco distante dalla cattedrale si incontra la chiesa di San Francesco la cui prima fondazione, di dimensioni ridotte rispetto alle attuali, risale al 1328, ed è legata alla presenza di un vero e proprio convento dei frati minori francescani. Nella cappella dedicata a santa Barbara si trovano alcune lapidi, recentemente restaurate ad opera dell’associazione Pozzo Sella, con i nomi dei minatori deceduti nelle miniere dell’Iglesiente dal 1922 al 1931. Questi nomi rappresentano simbolicamente tutti i mina- tori che nei secoli hanno perso la vita nel duro lavoro della miniera, che vogliamo ricordare e omaggiare all’inizio del nostro cammino. Gli amanti della pittura possono ammirare in questa chiesa anche il retablo del Mainas, un polittico in tempera su tela attribuito ad Antioco Mainas (1537-1571).