A pochi chilometri dal centro abitato di Villacidro, sulla destra del Rio Leni, si estende il suggestivo parco di San Sisinnio sede dell’omonima chiesa campestre da cui prende il nome. La tradizione vuole collocare la nascita del Santo (122 – 186) nel villaggio di Leni, antico e ricco borgo ormai scomparso. Pare avesse una voce meravigliosa che poteva essere paragonata a quella del cigno. Instancabile predicatore della parola di Dio, era avversario delle superstizioni, delle streghe, “is cogas” e dei loro malefici, protettore dei deboli e degli oppressi. Per la sua fede venne martirizzato nel 185 d. C. all’età di 62 anni. “Morì in pace cantando come un cigno” si legge sulla sua lapide. L’attuale edificio venne probabilmente edificato dopo il 1631, forse su una preesistente chiesa, grazie al rinnovato zelo per il santo. Infatti l’arcivescovo Francisco de Esquivel donò una reliquia del corpo di San Sisinnio al canonico di Villacidro, in seguito al “ritrovamento” delle spoglie del Santo in una chiesa cagliaritana. L’aspetto attuale dell’edificio, oltre ad alcune recenti opere di recupero, è quello fornitoci dal restauro eseguito nel 1922, come ricorda una lapide all’interno della chiesa, in seguito a un incendio doloso che distrusse l’altare ligneo riccamente lavorato in stile barocco, l’antica copertura in legno a capriate, preziosi arredi, dipinti e numerosi ex voto offerti al Santo dai devoti. Oggi si presenta con una volta a botte, circondata su tre lati da un loggiato secentesco fatto di canne intrecciate e sorretto da pilastri di pietra. All’interno, oltre all’effigie del Santo, é ancora ammirabile un antico pulpito esagonale, riccamente lavorato e ornato di fregi e di simboli antropomorfi, che fino al 1740 era collocato nella parrocchiale di Santa Barbara. Le ampie dimensioni, le cappelle laterali, il loggiato esterno su tre lati, la differenziano dalla maggior parte delle chiese campestri sarde e le conferiscono uno stile architettonico non comune.